Tutti i segreti del temporale.

 II temporale è per me la più maestosa forza della natura che merita attenzione e persino rispetto, oserei dire. E' un fenomeno in continua evoluzione e di incredibile fascino, un qualcosa che sveglia in me la più vera e sincera passione per i fenomeni atmosferici. Premesso questo, capire il comportamento di un evento così tipicamente estivo è come minimo doveroso: solo conoscendo possiamo prevenire eventuali dispiaceri, visto che a volte i temporali non sono solo caratterizzati da quella che io chiamo "bellezza", ma anche da incredibile violenza!

 Spiegare come si fa a capire l'intensità e l'estensione di un temporale non è per niente facile. E' indispensabile l'esperienza che si acquisisce solo osservando dal vivo le caratteristiche delle formazioni nuvolose che più ci interessano. All'inizio, comunque, conviene avere sottomano un atlante delle nubi che non mancherà di illustrare i cumulonembi (Cb) con tutte le loro varianti, evidenziate da foto di notevole interesse didattico.

 Una volta compresa la fìsionomia delle nubi temporalesche (o termoconvettive, o nubi a sviluppo verticale) è facile capire se quella nuvola che stiamo osservando è un semplice cumulo di bel tempo o un potente cumulonembo che nella pianura padana può raggiungere altezze considerevoli, anche di 12 km. Ques'ultima è la nube che più mi affascina e può essere paragonata ad un cavolfìore; all'inizio, infatti, quando deve ancora completare il suo sviluppo, la sommità ha moltissime protuberanze ben distinte bianche o gialle a seconda del grado di luminosità che dipende dall'ora: bianca (brillante, a volte) di giorno, gialla o rosa-rosso all'alba e al tramonto.

 

 

 

 

 

II Cb è giallo anche quando è molto distante, a causa della bassa foschia sull'orizzonte. Tuttavia, quando il Cb si frappone fra noi e il sole, appare molto scuro e si notano solo le protuberanze alla sommità e ai margini e non quelle alla "parete", che risulterà in ombra.

 In questo stadio intermedio l'annuvolamento dà luogo a piogge o rovesci sparsi e comunque a nessun fenomeno particolarmente intenso: è ancora un cumulo congesto che non origina elettrometeore. Una volta che il cumulo congesto è "maturo", alla sommità accade un fenomeno di estrema importanza: le protuberanze scompaiono in quanto la parte alta della nube si ghiaccia assumendo una forma sfìlacciata ed indefìnita, simile a nubi cirriformi: sono i cosiddetti "cirri falsi", che spesso conferiscono alla nube la classica forma ad incudine o imbuto.

 In questo caso il temporale in atto è di forte intensità, ma anche qui bisogna stimare l'intensità del Cb ad incudine: non sono tutti così intensi da produrre forti temporali, perciò bisogna valutare la compattezza, l'estensione e anche il colore della struttura.

 Ovviamente, dobbiamo tener conto anche dell'attività elettrica: il lampo è la luminosità prodotta dalla scarica elettrica ed è visibile anche a qualche centinaio di km se l'aria è particolarmente tersa; il tuono è un'onda d'urto che deriva dal sensibile aumento di pressione causato dall'intenso calore della scarica elettrica. Per rendercene conto, l'aria attraversata dal fulmine raggiunge temperature di circa 30.000°C in meno di un millesimo di secondo!

 Evidentemente, più intensa e frequente è l'attività elettrica, tanto più forte sarà il temporale. Una curiosità: secondo una statistica francese, i fulmini sono attirati di più da pioppi, querce e olmi, quindi occhio a chi non conosce le specie botaniche! Però tutti sappiamo che i fùlmini preferiscono i punti di minor resistenza elettrica (alberi isolati, colline, edifìci piùtalti): per questo durante un temporale, se non abbiamo ripari, conviene piegarsi "a riccio" per evitare spiacevoli inconvenienti...

 

 

 

 

 

 Se sentiamo tuoni (anche se deboli) il temporale si trova a meno di 30 km di distanza: esiste una formula per calcolare la distanza in metri (S) di un fulmine: S=340t dove "t" è il tempo in secondi che passa fra il bagliore del ìampo e il rombo del tuono (lo si può calcolare con un cronometro), mentre 340 m/s è la velocità del suono. Facendo qualche prova, si capisce se il temporale si avvicina o se si allontana, un po' come quando si ascolta la radio in AM: si trova una stazione libera e, se entro 80-100 km dal punto di osservazione c'è un temporale, si possono distintamente sentire degli schiocchi o fruscii (di 0,5-2 secondi ciascuno) prodotti dai fulmini che interferiscono sulla statica radio.

 Questo metodo, comunque, richiede una certa esperienza perché sia utile per capire se un temporale si avvicini o meno al luogo di osservazione. Le scariche in AM, infatti, possono derivare anche da più temporali nel caso di instabilità diffusa ed è diffìcile comprendere qual è il temporale da considerare, se non concentrandosi sulle interferenze più forti prodotte dai fulmini più vicini a noi. Se di notte sentiamo forti scariche alla radio ma non vediamo nessun lampo, è più che probabile che nel raggio di qualche centinaio di km sia in atto un potente temporale, forse una supercella.

 Riguardo il vento, questo inizialmente si dispone nel verso contrario all'avanzamento del temporale: è un fatto normale, perché il Cb è una macchina termica che aspira aria caldo-umida (correnti ascensionali) incrementando così la sua potenza. Invece, quando il temporale è onnai prossimo al luogo di osservazione, il vento si orienta deciso nel verso concorde alla direttrice del sistema: questo perché sopra di noi sta transitando la classica "linea dei groppi", facilmente identifìcabile come una linea continua di nubi nere e minacciose accompagnata da forti turbolenze.

 

 

 

 

 

 Si scatena così la tipica tempesta, con rovesci e forti venti, che sono freddi a causa delle correnti discensionali che nascono nella parte alta del Cb, dove la temperatura viaggia su valori tra -30 e -40°C permettendo così la formazione della grandine, assieme alla forte turbolenza presente all'intemo della torre temporalesca.

 Evidentemente connessa alle correnti d'aria è la velocità di avanzamento del temporale che, in linea generale, è direttamente proporzionale all'intensità dello stesso e inversamente proporzionale alla sua durata, soprattutto per quel che riguarda la forza delle correnti discensionali che si rivelano sottoforma di venti a raffiche. Se il fronte temporalesco appare statico, verosimilmente esso ci sta sfìorando oppure si sta scaricando in quella zona esaurendo così sul posto la sua "propulsione". 

Se il Cb è ancora distante è impossibile vederne la base, ma quando si trova indicativamente a meno di 5 km si distingue una linea parallela al terreno che può avanzare o meno verso l'osservatore: tale linea costituisce la base del Cb temporalesco, da cui scendono rovesci di pioggia, neve o grandine; se queste fasce o virghe, (ma tale termine non è del tutto adatto nella fattispecie) sono dense e non permettono di vedere nient'altro oltre le stesse, allora è imminente un forte rovescio e siamo in presenza di attività elettrica.

 

 

 

 

 

 Se le bande dei rovesci sono dense ma senza attività elettrica in zona, è probabile che il temporale arriverà scarico, quindi con scarsi fenomeni; oppure può essere che il sistema si stia formando proprio nelle vicinanze per poi intensifìcarsi mentre si allontanerà assumendo così tutti i "connotati" da temporale grazie all'acquisita attività elettrica.

 Si può dedurre il progressivo intensifìcarsi del temporale anche dalla nascita e successivo sviluppo di cumuli congesti o imponenti che, in pratica, assistono il Cb principale. L'esperienza del meteoappassionato è determinante in situazioni di questo tipo. II rigonfìamento di nuovi "funghi atomici" è apprezzabile con un binocolo, che evidenzia bene il continuo ribollire delle protuberanze caratteristiche delle nubi cumuliformi.

 Tutto ciò grazie alla corrente discendente fredda del primo elemento temporalesco, costituita dalla colonna di pioggia che si insinua al di sotto dell'aria calda circostante sollevandola bruscamente e generando nuovi Cb, grazie alla condensazione del vapor acqueo resa possibile dalle basse temperature alle quote più elevate.

 Quando la base del Cb assume una colorazione verdognola sono elevate le probabilità di grandinate accompagnate da burrasche di vento. Sintomo di grandine sono anche le "mammatus" (nubi a mammella) che "scendono" dall'incudine, presenti sia prima sia dopo il passaggio del temporale, a seconda dei casi. Queste formazioni indicano forti correnti d'aria verticali all'interno della nube. Da ricordare che le grandinate colpiscono fasce ristrette in pochi km quadrati. Inoltre, in casi eccezionali, dalla base del Cb possono scendere anche delle trombe d'aria (io stesso ne ho vista più di una nelle mie zone).

 

 

 

 

 

 Finchè avanza il temporale, a volte si osservano diverse basi del sistema (e non una sola unica base): in questo caso non c'è nulla da temere, in quanto i fenomeni saranno magari anche persistenti ma sicuramente non intensi. Attenzione però a non confondersi con una wall cloud, che potrebbe essere interpretata come un'innocua base secondaria!

 Capire l'intensità della manifestazione temporalesca mediante il colore e lo spessore sia della base sia delle bande di idrometeore è importantissimo, perché su quei 10-15 mnuti (ma spesso sono meno!) che precedono lo scatenarsi della furia degli elementi possiamo elaborare una previsione a brevissimo termine di elevata affìdabilità.

 In casi abbastanza frequenti, il Cb o il fronte di instabilità è nascosto da altre nubi stratiformi o stratocumuliformi e non si sentono tuoni (perché più distante di 30 km): in questa situazione è indispensabile ascoltare le scariche in AM e osservare il colore che si intravede negli squarci presenti nella suddetta nuvolaglia: spesso la tonalità consiste in un giallo scuro o un semplice giallo che fa da sfondo a tutti gli squarci di quel settore del cielo. Quando il sistema si avvicina, l'incudine diverrà bianca, magari anche brillante, e sarà possibile sentire i tuoni, se il temporale in questione è attivo.

 In estate, un calo di pressione di 1-2 mb/ora è sintomo di impulsi freddi e di temporali anche violenti: comunque è certo un rapido peggioramento. Sempre nella stagione calda, in pianura un cielo azzurro molto profondo, accompagnato da visibilità eccezionale, indica tempo instabile, con possibili temporali e burrasche. Nel veneziano è già capitato un paio di volte: in un contesto di alta pressione estiva, nel pomeriggio il cielo divenne pienamente sereno con ottima visibilità e calma di vento; la notte successiva si scatenarono temporali con rovesci e forte attività elettrica.

 Inoltre, la persistenza dei cumuli di bel tempo e di altre nubi cumuliformi anche nelle ore serali e notturne o la presenza di altocumuli castellani (cioè a leggero sviluppo verticale con protuberanze, come dei "batuffoli" di lana) indica l'avvicinamento di una zona d'instabilità. Lo stesso dicasi quando, di notte, in un regime estivo di alta pressione, il vento comincia a rinforzare e quando le suddette nubi sono presenti sin dal primo mattino.

 Vale sempre la famosa regola per cui dopo un periodo di caldo umido con afa opprimente, è elevatissima la probabilità che i primi temporali assumano carattere di forte intensità, specialmente nelle località di pianura lontane dalla costa. Questo comunque non vuol dire che dopo il passaggio del fronte "scaccia-afa" i successivi fenomeni temporaleschi siano di debole intensità: a volte può accadere il contrario. 

Le foto sono tratte dal sito www.australiasevereweather.com